Film estremamente rock sia nella forma che nella sostanza. La storia inizia su un treno e si rifà a tanti treni visti nel cinema, a partire da Intrigo internazionale, ma soprattutto ai film di Wenders Alice nella città e L'amico americano.
La fotografia di Robby Muller è intensa, senza sbavature, con una grande precisione e dalla saturazione cromatica molto intensa. Non eccede mai, però. Ricorda molto la fotografia di Querelle du Brest di Fassbinder, ma ha anche rimandi ai quadri di Hopper.
Dal punto di vista stilistico, la macchina non eccede mai in movimenti. Spesso l'inquadratura è fissa e non panoramica, quasi mai. Gli attori si muovono dentro il quadro come fosse una scena teatrale e spesso escono e la loro presenza viene percepita in fuori campo, mentre rimane la città come protagonista.
Inquadrature lunghissime, e tutto accade dentro attorno e fuori. Fanno eccezione solo i camera car, che spingono gli attori verso il loro inutile vagare.
I veri protagonisti del film sono la provincia americana e the King Elvis. Il tutto condito dal ritmo lento del rock blues che sembra muoversi con un passo sciolto e dinoccolato. Blue Moon continua a riecheggiare con ritmo ipnotico. La struttura del film è a metà tra la pellicola a episodi e un film circolare alla Pulp fiction.
Personaggi stravaganti si muovono nel crepuscolo. Luci al neon si rispecchiano sature su strade deserte. Gli attori donano ai personaggi carisma, partendo da John Lurie, fino a film Tom Waits, Joe Strummer e Steve Buscemi. Joe Strummer che vaga con un revolver in una sala da biliardo è la cosa più rock del film. Jim Jarmush gli taglia il film su misura e più volte ha dichiarato che se il musicista avesse rifiutato, lui non avrebbe girato il film. Ma Strummer non poteva rifiutare quella parte.
Regia matura, in ogni caso, quella di Jarmush. Non ha bisogno di strafare per dimostrare quello che sa, e per fare passare quello che sente. Vi resteranno nel cuore le luci sature della città e i cieli densi color blu di Prussia.
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