Sono ritornato a Genova dopo tanti anni. Per me è sempre stata una città di riferimento, sin da ragazzo ricostruita con l’immaginazione seguendo le canzoni di De Andrè. Ho sempre pensato a quei vicoli stretti che si arrampicano sui fianchi delle colline. Il porto, le case riflesse sul mare.
Più tardi Gherardo Gossi, amico di vecchia data, con la fotografia di Non pulite questo sangue di Daniele Vicari mi ha riportato ad una Genova con una luce livida, ferita dalle brutture del G8. Nella tangenziale ho provato una fitta leggendo le indicazioni verso Bolzaneto. Nelle città le cicatrici restano e quello che è successo non potrà e non dovrà essere cancellato, come il sangue sulle pareti della Diaz.
Lo spirito della città (ometterò la parola resiliente, per evitarmi ed evitarvi un’orticaria) è stato sempre combattivo e così è stata spesso rappresentata dal cinema. Da ricordare Actung banditi di Carlo Lizzani (il film venne sovvenzionato con azioni da 500 lire, perché non si riusciva a trovare un produttore) e Il generale della Rovere di Rossellini (pellicola premiata con il Leone d’oro). Da non dimenticare,inoltre, Il labirinto delle passioni, film muto di Alfred Hitchcock, direzione della fotografia del barone Ventimiglia. IE Profumo di donna di dino Risi, film che vanta un remake diretto da Martin Brest.
Per quello che riguarda le emozioni che questa città mi dona, posto qualche mia foto, scattata ieri sera, e ringrazio l’associazione culturale Milano PhotoLab che ha organizzato l’uscita.
Σχόλια