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Immagine del redattoreFrancesco Donato

MOTLEY CRUE - New Tattoo (2000)


7 Luglio 2000.


Il nuovo millennio è appena entrato i scena e i Mötley Crüe vivono uno dei periodi più controversi della loro carriera.


Solo un decennio prima, nel 1989, Dr. Feelgood li aveva consacrati a vere e proprie rockstars, tanto da contendersi con i Guns n’ Roses lo scettro di sovrani del rock n’roll di stampo losangelino.






Era dunque arrivato il grunge a spazzare via l’intera scena sleaze/glam ma i nostri avevano avuto il coraggio di rimettersi in gioco tirando fuori l’ottimo omonimo album con Corabi alla voce al posto di Neil.


Un album che pur “pisciando dichiaratamente fuori dal vaso” per quello che i Crüe aveva rappresentato fino al momento, teneva alta l’attenzione in merito al valore del prodotto finale.


Il 1997 fu l’anno di Generation Swine, album che segnò il ritorno di Vince Neil ma che si rivelò un lavoro sottotono nel quale si manifestava una piena crisi d’identità della band.


Nel 1999 con l’allontanamento dello storico batterista Tommy Lee i Crüe vissero la seconda dolorosa separazione interna della loro carriera.


Ma stavolta l’album che covavano da anni li riportava su ciò che in realtà sapevano fare meglio e che quasi per un decennio avevano scordato di quanto funzionasse bene abbinato al loro nome: Malsano e genuino rock n’ roll senza molti fronzoli.



Vince Neil, Randy Castillo, Mick Mars, Nikki Sixx


Il “nuovo tatuaggio” raccoglie a brandelli il passato sudicio, vizioso e irriverente della più grande glam band degli anni ’80 e lo rattoppa in un disco schietto che sa farsi valere risultando alla lunga uno degli album più riusciti dal dopo Dr.Feelgood.


Alla batteria viene reclutato l’ex Ozzy Osbourne Randy Castillo e si parte subito con il caldo riff di “Hell On High Heels”.

“Inferno sui tacchi a spillo” e si torna ai temi tanto cari ai nostri: Sesso, droga e rock n’roll.


Tutto l’album suona sporco e scanzonato con grande padronanza e dimestichezza nel maneggiare con cura riff taglienti ed efficaci e linee di voce “alla Crüe” che sfociano in quasi tutti in brani in ritornelli catchy e di ottima presa.


La successiva “Treat Me Like The Dog I Am” (Lisciami per il cagnaccio che sono) è chiaro esempio di tutto questo.


Dopo la titletrack, i nostri assestano un poker di pezzi che possiamo definire la vera essenza di questo nuovo/vecchio corso: “Dragstrip Superstar” aperta da un’ottantiana sgommata d’auto, “First Band On The Moon”, la sudicia “She Needs Rock n’Roll”, e la tirata “Punched In The Teeth By Love” alla cui stesura partecipa anche il batterista Randy Castillo.


“Hollywood Ending” è una foto ricordo messa in musica del Sunset Strip e di quei favolosi anni.


Si susseguono la cadenzata “Fake”, la divertente e irriverente “Porno Star” e “White Punks On Dope”.


A più di vent’anni di distanza New Tattoo suona come il colpo del fuoriclasse in una partita che sembra già avviarsi verso la fine.


Nell’Ottobre del 2000, Randy Castillo scoprì troppo tardi un male incurabile.


Durante il tour di New Tattoo fu sostituito da Samantha Maloney delle Hole. Morì il 26 Marzo 2002.

I Mötley Crüe si ricompatteranno nella formazione originale con Tommy Lee dietro i tamburi dal vivo non eseguiranno più i pezzi contenuti in questo ottimo e spesso dimenticato album.






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