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HA TUTTE LE CARTE IN REGOLA PER ESSERE... UN BLUESMAN

Facciamo un giochino, una delle tante (inutili) domande su chi sia il più grande in qualcosa. Ma l'estate è stagione di giochini per cui... la domanda: Chi è il più grande bluesman italiano?

Di risposte ce ne possono essere tante; qualcuno direbbe senz'altro Pino Daniele; una risposta più "pop" sarebbe Zucchero; qualcuno direbbe Edoardo Bennato... e poi, via via, salterebbero fuori altri nomi, magari meno noti al grande pubblico ma forse più consoni: Roberto Ciotti, Fabio Treves, Fabrizio Poggi, Nick Becattini... e altri che potrebbero far bella mostra di sé.

Ma se dovessi essere io a rispondere, ecco... fra questi direi un nome, ma un nome che non è nella lista di cui sopra e alla domanda: Chi è il più grande bluesman italiano?, io risponderei: Piero Ciampi.




Piero Ciampi da Livorno, sì, nato davanti alla casa di Modigliani, maledetto come lui, bluesman come i più blues fra i bluesman del Delta. Piero Ciampi ha tutte le carte in regola per essere un bluesman.




Certo, qualcuno potrebbe obiettare: "Ma che c'entra? Ha mai scritto un Blues in vita sua, Piero Ciampi?"

No, credo di no, non un Blues canonico, non mi risulta che si sia cimentato con le dodici battute, ma non è questo il punto, il punto è cosa sia il Blues in generale, non solo come genere e radice musicale.

E il Blues è Piero Ciampi. E viceversa.

Nelle canzoni di Piero Ciampi c'è tutta la dolenza del Blues; ma anche la rabbia, l'ironia, la forza, la contrapposizione; c'è il rapporto uomo\donna, la visione della vita, l'amore per l'alcool, l'autodistruzione per l'alcool; nelle canzoni di Piero Ciampi c'è la visione del Blues che c'è nella sua vita: una vita Blues.


Una vita Blues, appunto, un carattere spigoloso reso ancor di più dalla dipendenza dall'alcool, perfino rissoso, per niente indulgente; poteva essere nato là nel Delta e chiamarsi Robert Johnson o Sonny Boy Williamson; Mance Lipscomb o Leadbelly, invece è nato a Livorno e si chiama Piero Ciampi.

Quella Livorno che è il suo Mississippi, quella Livorno il cui mare è il suo Delta e i campi di cotone diventano lo sferragliare di un porto, il vino è il suo moonshine, le osterie fra ponce e cacciucco i suoi juke joint.

Quella Livorno così lontana ma così vicina da una terra aspra e dolente che ha prodotto le radici di una musica arrivata a dare frutti in tutto il mondo. Ma Piero Ciampi quei frutti li ha colti da un albero seminato da egli stesso; un albero di aspetto diverso, di rami diversi, di frutti di un altro colore e di un'altra forma.

Ma dello stesso sapore.

Un sapore... Blues.

Tutto da ascoltare, da assaporare, da cui lasciarsi inebriare.



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