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Immagine del redattoreFrancesco Donato

GUNS N' ROSES - Apetite For Destruction (1987)


21 Luglio 1987.


E’ il giorno di Apetite For Destruction, il giorno in cui lo Sleaze Metal forgia la sua forma in modo indelebile nel tempo.


Ma la storia di questa pietra miliare parte qualche mese prima.


23 Dicembre 1986, al Cathouse Club sul Sunset Strip di Los Angeles va di scena una serata destinata ad entrare per sempre negli annali del rock.



Sul palco si alternano le quattro big stars della nascente scena Sleaze Street losangelina.


Un esplosivo Gotha composto da Faster Pussycat, L.A. Guns, Jetboy e appunto i Guns n’ Roses.


I nostri sono attesissimi, la serata viene sfruttata per promuovere l’uscita dell’EP Live?!*@Live A Suicide, e i GnR salgono sul palco proponendo un set totalmente acustico.


Nonostante la particolarità dello spettacolo in acustico, i GnR sfoggiano una classe e un nichilismo che fa la differenza.


La Geffen sull’onda dello straripante successo al quale la band è destinata decide di spingere per l’uscita del loro primo vero album, prima che Axl e soci cedano alle appetitose offerte delle altre major.


Per la produzione dell’album si pensa a nomi altisonanti, Nikki Sixx dei Motley Crue sembra la persona più adatta a limare il sound della band ma i suoi sempre più avvinghianti problemi con la droga lo tengono lontano dalla scelta.


Si pensa anche a Paul Stanley dei KISS, ma l’idea viene scartata dalla band nel momento in cui il buon Paul parte con il piedino sbagliato cercando di “mettere mano” all’arrangiamento di Nightrain.


Si sceglie infine il giovane Mike Clink, scelta che si rivelò vincente al punto che tutt’oggi i suoni di Apetite For Destruction fanno scuola.


L’album esce ma si presenta subito un problema non da poco.


La copertina.


L’artwork prevede l’utilizzo di un’opera di Robert Williams (chiamata appunto Apetite For Destruction) raffigurante una ragazza stuprata da un robot. Il pittore sostenne che la band non avesse pagato il quadro violando di fatto il copyright.



La prima copertina dell'album ritirata dal mercato

Si va di corsa verso un piano B diventato comunque leggenda, optando per ristampare la copertina con il famoso tatuaggio di Axl Rose che ritraeva i cinque membri della band in versione teschio.


Apetite For Destruction ha venduto quasi 18 milioni di copie rivelandosi uno dei debut album più sorprendenti di sempre.


Come già detto è l’album emblema dello street sleaze composto da una dozzina di pezzi, tutti di altissimo livello.




Nessun cedimento dall’inizio alla fine, un concentrato di rocknroll selvaggio, strafottenza, irriverenza e attitudine stradaiola che emerge in ogni sua componente.


La mente trainante ha il nome di Izzy Stradlin, schivo e trascinante chitarrista autore insieme al grande amico Axl di quasi tutti i pezzi presenti sull’album.

Alla chitarra solista troviamo l’iconico Slash. Completano la band Steven Adler alla batteria, Duff Mc Kagan alla voce e ovviamente Axl Rose alla voce.


Rolling Stones, Aerosmith, AC/DC, Alice Cooper, Thin Lizzy e tanto punk le influenze che la band fa emergere in questo esordio, ma soprattutto i seminali Hanoi Rocks band finlandese che a detta dello stesso Axl “senza i quali i GNR non avrebbero avuto modo di esistere”.


Diciamolo subito per ogni singolo per pezzo ci sarebbe da scrivere per ore.


La partenza è affidata a "Welcome To The Jungle", vero e proprio inno in cui Axl mette subito in chiaro le cose «You know where you are? You're in the jungle, baby! You gonna die!».


Si passa a "It’s So Easy" introdotta dal lisergico basso di Duff Mc Kagan.


Primo singolo estratto dall’album, un brano con un devastante impatto live e uno dei primi testi attraverso i quali i GnR furono accusati di sessismo.


“Turn around bitch I got a use for you / Besides you ain't got nothin' better to do / And I'm bored”.


"Nightrain" è un chiaro omaggio al vino californiano Night Train Express, ampiamente abusato dalla band per il suo alto tenore alcolico e per la sua economicità.


Introdotta da un riff tra i più noti della band si snoda fino ad arrivare ad un finale ricco di carica dove la chitarra di Slash mette le basi per il suo mito.


Tocca quindi ad "Out Ta Get Me" e "Mr. Brownstone", pezzo dedicato agli eccessi (soprattutto quelli derivati dalla droga).


A chiudere la prima parte dell’album un altro vero e proprio inno della band: "Paradise City".

Uno dei brani più celebri e coinvolgenti della band.


Ah, i lati nell’album non sono i consueti A e B, ma G (Guns) e R (Roses) e anche i pezzi sono sistemati all’interno del disco suddivisi per temi (droga ed eccessi da una parte, amore e temi sociali dall’altra).


Il lato R si apre con "My Michelle", pezzo che narra la travagliata storia di Michelle Young, ragazza che ebbe una relazione con Axl.


E’ il turno di "Think About You" che forma con la successiva "Sweet Child O’Mine" l’anfratto più dolce dell’album.


Aperta dal riff più famoso di Slash, "Sweet Child O’Mine" è il brano che probabilmente ha portato i Guns n’ Roses oltre i confini del loro genere.


Chiudono l’album "You’re Crazy" (che verrà riproposta nel successivo album Lies in una accattivante versione acustica), "Anything Goes" dove si torna a parlare di sesso e la conclusiva "Rocket Queen", grandissimo pezzo ricco di varie atmosfere reso celebre dagli orgasmi di Adriana Smith (fidanzata del batterista Steven Adler) che dove aver scoperto un tradimento pensò bene di rifarsi optando per una sveltina con Axl.


In studio di registrazione, mentre Axl registrava.





Nonostante il genere Sleaze abbia avuto molti rappresentanti abbastanza agguerriti nel provare a dominare la scena come L.A. Guns, Faster Pussycat, Vain e più recentemente Crashdiet, BuckCherry e Hardcore Superstar, a distanza di 34 anni Apetite For Destruction resta una vera e propria bibbia per un certo tipo di Hard Rock.


Un successo che i losangelini provarono a bissare anni dopo con il doppio Use Your Illusion, album guarda caso tenuto in piedi da molti pezzi scritti durante il magico periodo di Apetite come November Rain, Don’t Cry e You Could Be Mine.

Una magia irripetibile capace di proiettare con un solo album i Guns n’Roses nell’Olimpo del Rock.








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