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Immagine del redattoreEnrico Antonio Cameriere

DUE O TRE COSE CHE SO DI LUI. IL CRAXI DI AMELIO. HAMMAMET. L’ENRICO CHE NON C’È.

Aggiornamento: 12 giu 2021


“Se avessi saputo fischiare lo avrei fatto”, queste le parole di Craxi sui fischi a Berlinguer durante il congresso di Verona, erano riferiti alla lotta strenua che c'era stata tra Craxi e Berlinguer sulla "scala mobile". Questo manca nel film di Amelio, questo mi sarei aspettato eppure non c'è. Mi spiace dirlo ma c'è molto poco. Mi sarei aspettato lo scavo più profondo sulla persona, spinta da un grande ego, da un'idea molto grande e moderna ma anche da una grandissima arroganza. Eppure forse il film sarebbe stato sviluppato molto meglio da Leone perché la centralità della figura di Craxi è basata su un tradimento, Un tradimento nei confronti di Berlinguer.



Sono amico di Amelio da più di quarant'anni, so come ragiona, quello che pensa. Ho visto tutti i suoi film, tutti i suoi corti tv a partire da La fine del gioco, ho lavorato in Colpire al cuore. Dico queste cose unicamente per fare intendere che penso di capire come si muova, quali siano i suoi punti di interesse. Avevo molto timore di vedere Hammamet, avevo letto giudizi non entusiasti da parte di persone che stimo. Sapevo che avrei avuto delle delusioni e le ho avute. Il film merita di essere visto, però devo rilevare alcune cose che mi hanno lasciato perplesso. Prima di tutto la sceneggiatura, è la prima volta che non capisco bene dove voglia andare. Non è che non sia a fuoco il target, ma proprio non comprendo quale sia la storia. Mi pare evidente (e sinceramente me lo aspettavo, appena ho saputo del progetto) che ci sarebbe stato un richiamo a Colpire al cuore. Il cameracar all'inizio è una dichiarazione d’intenti e richiama palesemente quello con Trintignant. Una storia di un ragazzo che si erge a giudice verso il proprio padre/mentore. Mentre in Colpire al cuore tutto era "in campo", si capisce con lucidità e commozione il ragionamento, si intuisce l'analisi profonda e appassionata, con Hammamet il miracolo non avviene.



L'idea è buona e, ripeto, il film non mi pare brutto, ma giusto dei frammenti, manca l'opera complessiva e, soprattutto, manca il cuore e non lo ha colpito. Capisco che parlare di Craxi non è facile, ma Amelio ha trattato del terrorismo in RAI e so quanto questo per lui non sia stato facile. Perché si è usata la parola esule? Lui non era in esilio. Leggo che non si è usata la parola latitante perché si sapeva dove fosse, l'etimo latino in effetti implica lo stare nascosto, venendo dal termine latere, ma ha anche il significato di "Chi si sottrae volontariamente all'esecuzione di un mandato o di un ordine di cattura, di arresto o di carcerazione."

Aspetti tecnici, belle le musiche, anche se spesso fine a se stesse. Bobo con la chitarra che ci fa? Che vuole dalla mia vita?



Solito bel montaggio di Simona Paggi, mentre la fotografia non mi è piaciuta. Piatta, senza anima, banale. Mai uno slancio, un motivo di attrazione, una funzionalità per la storia. È messa lì, mi spiace davvero dirlo, ma certi sottotoni paiono errori, perdi il protagonista nel buio più assoluto. "Apocaluce Now", giusto per citare Amelio.



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