3 Agosto 1987.
I Def Leppard band britannica con all’attivo tre ottimi album ben saldi nella New Wave Of British Heavy Metal arrivavano a quella data passando dall’entusiasmo del successo di “Pyromania” (1983) ad un tragico momento che coinvolgerà il batterista Rick Allen.
Il giovane batterista il 31 Dicembre 1984 a Sheffield mentre si recava ad un party per festeggiare il capodanno con la fidanzata, restò coinvolto in un tragico incidente stradale.
La sua vita e quella della ragazza furono salve, ma purtroppo non ci furono speranze per il suo braccio sinistro. Per un batterista uno shock indescrivibile, un duro colpo capace a minare un’intera carriera.
Eppure il ventunenne Rick non si da per vinto, in collaborazione con gli ingegneri della Simmons viene progettato un drum set che dava la possibilità al batterista di poter utilizzare in maniera funzionale i piedi per sopperire alla mancanza del braccio.
Hysteria ha dunque una lunghissima gestazione, quasi 4 anni, e di fatto risulta essere anche per lunghezza (si va oltre un’ora di ascolto, tantissimo per gli standard dell’epoca) uno dei dischi più “abbondanti”.
Ma l’abbondanza in questo caso è giustificata dall’impossibilità di limare, tutte le canzoni di Hysteria sono dei pezzi da novanta, un susseguirsi pauroso di hits che ha pochi concorrenti nel genere.
Per la produzione si pensò a Mutt Lange, noto per aver reso epocali album quali “Back in Black” degli AC/DC e “4” dei Foreigner che di fatto contribuì notevolmente con la sua indiscussa classe e maniacale visione in cabina di regia a rendere magici i suoni dell’album.
Le registrazioni si protrassero per molti mesi del 1987, sfinendo la band e incidendo notevolmente sul budget (a conti fatti per rientrare nelle spese l’album doveva vendere almeno 5 milioni di copie!).
Hysteria fu anche l’ultimo album dei Def Leppard con il mitico chitarrista Steve Clark che ci lascerà nel 1991.
L’album si apre con la martellante “Women”, pezzo dove il basso svolge un ruolo di base, presto affiancato dalle chitarre di Clark e Collen.
Si prosegue con un altro famoso singolo che farà scuola: “Rocket”. Anche qui coretti giusti, basso cadenzato e ipnotico, svariatissimi inserimenti chitarristici e coro da stadio.
E’ il turno di un altro singolo, “Animal” un mid tempo tra i più noti della band di Sheffield. Melodie a go-go e un intercedere che anche in questo caso fa scuola per le generazioni a venire.
Con la quarta traccia si tira il fiato e prende spazio l’aspetto romantico. “Love Bites” rappresenta una delle più coinvolgenti e passionali power ballad di sempre, raggiungendo il primo posto di Billboard negli Stati Uniti.
Il livello resta altissimo con la stra-famosa “Pour Some Sugar On me” pezzo dall’impatto live devastante.
Di fatto è l’ultimo pezzo scritto per l’album e la leggenda vuole che il produttore ascoltando il riff iniziale chiese alla band di lavorarci per realizzare un pezzo di grande richiamo.
Fu il quarto singolo pubblicato e al momento della sua pubblicazione l’album contava “solo” 3 milioni di copie vendute. Grazie alla sua spinta Hysteria esplose nelle classifiche.
La sesta traccia è “Armaggedon It” un altro classicone che si sviluppa su melodie ariose e un continuo intrecciarsi chitarristico.
Il lato B si apre con “Gods of War” pezzo aperto da un incisivo riff di basso di Savage anch’esso sovrastato dalla melodia.
Tocca a “Don’t Shoot Shotgun”, pezzo che segue per filo e per segno l’attitudine dell’album, con una spruzzata di rock n’roll di acdciana memoria.
“Run Riot” è il pezzo più veloce e “vecchia maniera” di questo lavoro.
Si arriva dunque alla perfezione. La titletrack è un pezzo intriso di sensazioni magiche e sognanti, melodie incalzanti , coinvolgenti, impossibili da non canticchiare.
Giudicato a buon ragione da molti come il miglior pezzo dei Def Leppard.
Personalmente se dovessi spiegare il rock melodico ad un alieno userei probabilmente questo brano.
Il disco si chiude con la divertente “Excitable” e la piacevolissima “Love and Affection”.
Hysteria venderà qualcosa come 20 milioni di copie, incastonandosi nella storia dell’Hard Rock probabilmente come uno degli AOR album più influenti di sempre.
Il disco porta alla band una notorietà mai raggiunta prima, segnando uno spartiacque tra gli ottimi primi lavori, più ruvidi e orientati all’Heavy Metal di matrice britannica, e l’incursione nell’AOR di classe che sarà ancora più evidente nel successivo Adrenalize.
Un album che un vero amante del Rock non può non avere nella sua collezione!
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