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CLASSICS: BON JOVI - Slippery When Wet (1986)

Aggiornamento: 19 ago 2021


18 Agosto 1986.


I Bon Jovi band del New Jersey capitata dal loro leader John si sono affacciati appena due anni prima al panorama rock con due promettenti album (l’omonimo del 1984 e 7800° Fahrenheit del 1985) barcollando nelle classifiche americane e destinati per molti a rivestire un ruolo di secondo piano per la nuova scena hair metal che andava lentamente a prendere forma.


7800° Fahrenheit tra l’altro godette di un’accoglienza abbastanza tiepida (ad oggi è l’album della band che ha venduto di meno) e niente lasciava presagire quello che avvenne dopo il 18 Agosto 1986, data dell’uscita di Slippery When Wet.


La band iniziò a fare sul serio e a confezionare un album impeccabile avvalendosi di un produttore di grande rilievo come il canadese Bruce Fairbairn e soprattutto della collaborazione con Desmond Child, il songwriter “Re Mida” (quello di “I Was Made For Lovin’ You” dei KISS per intenderci) che diede un apporto assolutamente decisivo al successo dell’album.


Ma partiamo dal titolo che in prima battuta farebbe pensare ai famosi cartelli stradali americani (scivoloso quando è bagnato).


In realtà leggenda vuole che John e compagni frequentassero strip-club dove ballerine modelle si versavano addosso acqua e sapone, rendendosi altamente scivolose a chi volesse stringerle a sé.


Di fatto la copertina doveva rappresentare una ragazza “tettuta” con indosso una canotta abbastanza striminzita.

Per non andare incontro alla probabile denuncia del PMRC con relativa censura, beghe e sbattimenti vari la band decise di soprassedere (la prima cover sarà usata in tanti altri paesi).


John prese un vecchio sacco dell’immondizia bagnato e con le dita ci scrisse sopra Slippery

When Wet.


La copertina alternativa di Slippery When Wet

Nasce così la copertina di uno degli album più iconici degli anni’80.


Quasi 35 milioni di copie vendute, al momento il 14° disco più venduto di tutti i tempi.


Slippery When Wet rappresenta il nuovo lato patinato dell’Hard Rock, unendo le geometrie melodiche dell’AOR di prima ondata (Survivor, Journey, Boston) all’irruenza e freschezza dei nuovi suoni e della nuova scuola americana che metterà nello stesso calderone band come Poison, Cinderella e Motley Crue accumunate spesso solo da un look abbastanza vistoso più che da radici e sviluppi musicali simili.


Tutto finirà nella categoria Hair Metal di cui i Bon Jovi per molti saranno tra i maggiori esponenti.



L’album si apre con “Let It Rock” prezzo composto dalla coppia di casa John Bon Jovi / Richie Sambora ma pone le sue fondamenta con i due pezzi successivi, scritti appunto con il monumentale contributo di Desmond Child.


“You Give Love A Bad Name” e “Livin’On A Prayer” sono due tra i brani simbolo della band del New Jersey che pur scrivendo anche in futuro pezzi abbastanza famosi e rappresentativi (basti pensare a “Always” e “It’s My Life”) non riusciranno mai ad eguagliare quello tsunami di successo che spingerà l’album in cime alle classifiche di ogni dove.


“You Give Love A Bad Name” in particolare risulterà uno dei brani più voltati, rivoltati, copiati da migliaia di band e lo stesso Desmond Child in molti suoi successi anche recenti si concede spesso il lusso di qualche “eco” che richiama l’hit scritta per i Bon Jovi.


“Social Disease” si sviluppa su un gran lavoro alla chitarra di Sambora, mentre “Wanted Dead or Alive” rappresenta un altro momento cruciale dell’album.

Introdotta dal celebre arpeggio di chitarra di Sambora, “Wanted Dead or Alive” fu il terzo singolo dell’album a raggiungere la top10 di Billboard consacrando i Bon Jovi come prima band hard rock ad avere tre singoli dello stesso album ad aver raggiunto la top10.


Si torna sui binari del rock con la coinvolgente “Raise Your Hands” mentre con le suadenti melodie di “Without Love” e “I’d Die For You” torna a metterci del suo il caro Desmond Child.


E’ quindi il turno della splendida “Never Say Goodbye” che uscirà come quarto singolo e costituirà il primo grande successo dei Bon Jovi sul fronte power-ballad, argomento nel quale la band si muoverà con estrema dimestichezza sfornando successi continui.


L’album si chiude con la splendida goccia AOR rappresentata da “Wild In The Streets”.


I Bon Jovi riempiranno le arene di mezzo mondo con spettacoli coinvolgenti trainati dal pathos melodico di questi brani.

Slippery When Wet resta ad oggi uno degli album immancabili, un disco che ha fatto scuola e continua a influenzare migliaia di giovani band.





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