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BLUE & LONESOME PATRIMONIO DELL'UMANITA'

Blue & Lonesome. L'ultimo album dei Rolling Stones, uscito nel 2016 è il loro canto d'amore verso il Blues, la musica che li ha formati, la musica che ha cambiato loro la vita; la musica che li ha accompagnati in quel loro percorso che dura ormai da quasi sessant'anni (ci arriveranno e ci arriveremo l'anno prossimo). Un percorso blu, anzi, Blue (and lonesome) iniziato da Brian Jones e subito afferrato al volo da Mick e Keith, coadiuvati da Charlie e Bill.

Un percorso verso quella musica nera che affascinava, colpiva dritto al cuore e da lì non se ne è mai andata. Mai, mai nei percorsi rock della band e nemmeno nelle incursioni più pop (magari queste più ad appannaggio di Mick, con un livoroso Keith a guardare dalla finestra).

Un percorso che attraversa la musica degli Stones e che si ritrova comunque in tutti i loro lavori, l'amore per i grandi del Blues che è sfociato in questo meraviglioso disco che, lo dico sul serio, vorrei fosse nominato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.

Perché lo è, perché ha avvicinato al Blues tante persone, tanti giovani, tanti "parvenus" della musica, che hanno scoperto per la prima volta canzoni per molti dimenticate se non proprio sconosciute.

E magari, nei credits del disco, qualcuno ha cominciato a masticare nomi fino a quel momento ignoti: Little Walter, Willie Dixon, Chester Burnett (e magari, in quel meraviglioso gioco che è l'approfondimento, qualcuno ha scoperto essere più noto come Howlin' Wolf) e altri vecchi leoni del Blues.

Un disco che vede poi come protagonista l'armonica di Mick, ancor prima delle chitarre, ancor prima della mai sopita anima Blues di Keith, il protagonista è lui, Mick Jagger... e non tanto con la voce, ma appunto con l'armonica, lo strumento antico, lo strumento primordiale, lo strumento povero, lo strumento che, con il suono del treno ha fatto viaggiare il Blues prima per tutti gli Stati Uniti e poi in tutto il mondo.

Blue & Lonesome: Keith, Mick, Charlie, Ronnie... io da povero abitante di una piccola House of Blues ho soltanto una domanda (richiesta) da porvi: fatene un altro.

Per me.

Per noi.

Per voi.

Per il Blues.

Per la musica.

E poi una richiesta all'UNESCO: nominate questo album patrimonio dell'Umanità.




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