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14 giugno - FRA LA VIA EMILIA E IL DELTA

Oggi, per il compleanno del Maestrone anche The House of Blues si unisce ai tanti omaggi, ai ricordi, alle celebrazioni di quello che è una delle "penne" più alte e poetiche del '900.

Un Francesco Guccini che al Blues guarda fin dagli inizi della sua carriera, dove l'influenza di Dylan (ha a che fare con il Blues? Certo) è molto forte nel giovane Francesco che in quegli anni ha lo sguardo rivolto all'America, alla beat generation, ai miti che arrivavano negli anni '50 da quelli Stati Uniti che lo stesso Francesco conoscerà personalmente qualche anno dopo.

E il Blues, appunto, dove Guccini fa qualche incursione nel corso della carriera. Ne ricordiamo almeno tre, memorabili. La prima è Statale 17, canzone "on the road" inserita nel suo primo album e riproposta in una scoppiettante versione live nel suo disco concerto con i Nomadi. Come non ricordare la sua esilarante introduzione al pezzo?

"... quella sera partimmo John, Dean e io sulla vecchia Pontiac del '55 e facemmo tutta una tirata da Omaha a Tucson... poi lo traduci in italiano e dici: quella sera partimmo sulla vecchia 1100 del babbo di Giuseppe e facemmo tutta una tirata da Piumazzo a Sant'Anna a Pelago.

Non è la stessa cosa... gli americani ci fregano con la lingua!"

Già, gli italiani ci fregano con la lingua e allora perché non ricambiare? Ecco così il secondo Blues, una canzone in dialetto modenese: Al Trést, dove Guccini frega gli americani con la lingua, la sua lingua, il suo dialetto... e come lo fa? In perfetto Blues.


E infine, una delle sue più "clamorose" canzoni, quella che dà il nome al suo album (forse) più bello, quella che è una targa, non solo di una strada, ma di una carriera intera; una carriera in direzione ostinata e contraria (per citare un suo grande "collega") una carriera in cui un cantante si permette di intitolare un disco con il suo indirizzo di casa. Che diventerà, naturalmente, da quel momento, sede di pellegrinaggio laico (e chi scrive, non ha saputo a sua volta trattenersi di fronte a quel campanello, una sera di maggio di quasi trent'anni fa).

Via Paolo Fabbri 43, una casa, una leggenda, una canzone, un album... un Blues.

E cin cin Francesco, con un bicchiere di rosso.



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