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Immagine del redattoreFrancesco Villari

6 maggio 2020 - KRAFTWERK

È accaduto il 21 aprile, ma il mondo ha appreso della morte di Florian Schneider solo il 6 maggio del 2020.

Florian Schneider è stato per la musica pop contemporanea ciò che è stato Bach per la musica classica. Un innovatore visionario, molto più influente di quanto la sua fama personale e quella del suo gruppo facessero sospettare. Senza i suoi Kraftwerk metà della musica che ascoltiamo sarebbe un'altra cosa. E l'altra metà sarebbe vecchia. Intere generazioni hanno goduto del genio dei Kraftwerk senza averli mai nemmeno ascoltati, semplicemente idolatrando inconsapevoli i loro innumerevoli figli, legittimi e illegittimi, ma sempre frutti del medesimo albero. La morte di Schneider addolora, come sempre addolora la morte di un genio, ma resta il dubbio che tra quelle tracce soprannaturali in cui l'elettronica diventa metafisica e l'ingegneria sonora sembra il pretesto per avvicinarsi alla divinità, vi sia una goccia di eterno splendore. Il plasma pulsante di qualcosa che va oltre l'umana precarietà e si fonde con l'universo prima ancora di diventare anima. Per questo a Florian Schneider non si può dire addio, casomai "veglia sui tuoi figli, perché hanno e avranno ancora bisogno di te".

In loving memory.


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