Da bambino odiavo le feste a casa. I miei genitori ne facevano almeno una a settimana con tantissimi ospiti e musicisti sempre diversi. Tutto quel casino non lo tolleravo, perché non c'erano mai altri miei coetanei, solo adulti (per me, che all'epoca avevo sei, sette anni, erano più che altro vecchi). E quindi odiavo anche quella maledetta musica che durava fino a tardi e non mi lasciava fare in pace le mie cose. Il giorno in cui venne Rino Gaetano, per dire, io restai tutto il tempo in camera mia a giocare con il Commodore VIC20, ignorando ovviamente chi fosse.
Solo che una sera, dalla mia cameretta sentii un pianoforte e una voce che mi affascinarono come mai prima una musica aveva fatto. Uscii dalla mia tana e andai in salone, con grande stupore dei miei che per la prima volta mi vedevano interessato a qualcosa che non fossero i fumetti e i videogiochi. Non ricordo chi fosse la cantante, ma ricordo benissimo la pianista: era la grande Dora Musumeci che stava eseguendo "Summertime" di George Gershwin. Incuriosita da quel bambino che la guardava incantato, appena finito il brano mi prese in braccio e mi disse "Sono sicura che la musica avrà un posto importante nella tua vita". Io sorrisi educatamente, ma non credevo affatto che sarebbe andata così, perché in fondo non mi era mai interessata la musica fino a quel momento. E invece, Dora Musumeci con una sola frase aveva scolpito il mio futuro .
Quel brano "Summertime", è anche uno standard del repertorio di Ella Fitzgerald, probabilmente la più grande jazz singer di tutti i tempi, nata il 25 aprile del 1918.
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