Il 2 maggio del 1967 la Capitol Records annuncia con un comunicato stampa urgente che "l'uscita del disco Smile dei Beach Boys è rinviata a data da destinarsi". Cosa è successo? Semplicemente l'ultimo atto della "guerra" per il trono del mondo tra Beatles e Beach Boys. Una contesa a distanza di un oceano incominciata qualche anno prima, quando i Beatles lanciarono "Rubber Soul" e i Beach Boys risposero con il capolavoro "Pet Sounds". I Beatles allora rilanciarono con "Revolver" e Brian Wilson, in ritardo sulla lavorazione del nuovo album, se ne uscì con lo sconvolgente singolo "Good Vibrations", facendo per un attimo vacillare le convinzioni di Paul McCartney e soci. Ma è proprio quando i Beach Boys credevano di aver definitivamente sbaragliato la "concorrenza" inglese che accadde l'inverosimile: le registrazioni di "Smile" erano quasi terminate, Brian Wilson si trovava in auto quando una stazione radio mandò i primi brani di "Sgt. Pepper's lonely heart club band", l'album più innovativo della storia del rock. Brian frena di colpo, si mette le mani nei capelli, ha le lacrime agli occhi. Da un anno sta lavorando alla sua opera più ambiziosa, ma quel disco dei Beatles è la cosa più incredibile che abbia mai ascoltato. Ha una crisi isterica, "questo disco è migliore del mio", continua a ripetersi. Blocca i lavori, entra in depressione e rimane per quasi dieci anni a letto, imbottito di tranquillanti e droghe. "Smile" diventa così il disco fantasma più famoso della storia. Nel 2004, in pieno revival del suo nome e della sua musica, Brian Wilson (nonostante nel frattempo fossero circolate copie illegali dell’incisione originale) pubblica finalmente una versione di "Smile" registrata ex-novo. Ma i Beach Boys e i Beatles non c'erano più.
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