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Immagine del redattoreFrancesco Villari

16 maggio 1966 - PET SOUNDS, IL CAPOLAVORO DEI BEACH BOYS

C'è stato un tempo in cui due grandi band si sfidavano, a distanza di un oceano, a realizzare il disco più bello della storia. Uno scettro che passava di mano in mano ogni volta che l'una o l'altra pubblicava un disco. Erano due gruppi apparentemente molto diversi, uno britannico e alfiere del beat, l'altro californiano e diventato famoso per brani balneari legati al mondo del surf. Ma a un certo punto qualcosa cambiò. Iniziarono i primi, che si chiamavano Beatles e avevano deciso di invadere gli Stati Uniti a colpi di musica: lanciarono la versione americana del loro "Rubber Soul" e incendiarono i teen ager d'oltreoceano con quel nuovo sound ricco di trovate geniali. Brian Wilson, il leader dei Beach Boys, subì la stessa fascinazione dei suoi coetanei e colse l'ispirazione per un album che si discostasse dalle atmosfere dei precedenti e proponesse qualcosa di altrettanto ricco, al pari dei "cugini" inglesi. Così, il 16 maggio del 1966 vide la luce un disco ambizioso e bellissimo, completamente diverso dal vecchio sound dei Beach Boys, che polverizzò tutte le classifiche e venne immediatamente inserito tra i capolavori immortali della storia del rock: "Pet Sounds". Paul McCartney lo ascoltò e rimase folgorato, al pari dei suoi compagni capì che quel nuovo sound era la via da seguire. Così, grazie agli input creativi generati da "Pet Sounds", i Beatles tirarono fuori "Revolver", album destinato a sconvolgere ulteriormente gli equilibri mondiali e a spostare l'asticella di nuovo verso mamma Albione. Quando Brian Wilson ascoltò "Revolver" capì che le sue intuizioni erano state portate a un livello altissimo, ne rimase letteralmente sconvolto, e si mise subito al lavoro per creare nuova musica sulla base delle incredibili possibilità aperte dall'ultima creatura dei Beatles. Ma la lavorazione di "Smile", divenne presto farraginosa, così, per anticipare i tempi, i Beach Boys fecero uscire un singolo, "Good Vibrations", che fu una deflagrazione nel già esplosivo nuovo corso della musica pop: un brano che anticipa tutto ciò che sarà, una suite che contiene in nuce intuizioni valide per almeno tre album e proietta la band di Wilson ai vertici di ogni classifica mondiale. Lennon e McCartney ascoltarono "Good Vibrations" e capirono che era arrivato il momento di osare l'inosabile, capirono che un mondo di possibilità ulteriori si era appena aperto, e nel volgere di un tempo relativamente breve, realizzarono il disco capolavoro del Novecento "Sgt. Pepper's lonely heart club band". Fu un colpo fatale per Brian Wilson, che aveva appena iniziato a gustarsi i galloni di campione del mondo e vide i suoi sogni infrangersi contro il disco più folgorante della storia del rock. La lavorazione di "Smile" si arenò definitivamente (vedrà la luce moltissimi anni dopo) e la mente di Brian, già compromessa dalle droghe e da uno stile di vita distruttivo, si spense in preda a una depressione dalla quale non uscirà mai più.

Ho scelto una cartolina per ricordare quel 16 maggio, il giorno dell'uscita di quello che ancora oggi è da molti considerato l'album più bello di tutti i tempi: "God only knows", la traccia più rappresentativa di "Pet Sounds", oppure semplicemente "P.S.", in ossequio al suo titolo originale dedicato all'idolo di Brian Wilson, Phil Spector, proprio colui che diventerà produttore dei Beatles.


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