Il 14 maggio del 1952 nasce David Byrne, fondatore di una delle band più influenti della storia del rock: quei Talking Heads ai quali quasi tutti hanno un tributo creativo da pagare: dai Radiohead (che hanno preso il nome proprio da un loro brano dell'album "True Stories") fino ai Nine Inch Nails (il cui nome è il logo della tipografia in cui fu stampata la copertina di "Remain in light"), passando per Brian Eno (la sua "King's Lead Hat" non è altro che l'anagramma di "Talking Heads") e perfino il nostro Paolo Sorrentino ("This must be the place" è il titolo di un altro celebre brano; indovina di chi?). Ma David Byrne è stato un innovatore a tutto tondo, colui che prima di altri ha scoperto la world music contaminandola con il rock, colui che attraverso studi specifici sulle cellule ritmiche ha ridisegnato il modo di fare musica di intere generazioni. Ed è anche colui che alla richiesta di quale fosse l'album più bello della storia, rispose senza indugi "Creuza de Ma" di Fabrizio De André. Alla sua grandezza dedichiamo una cartolina, quella con il testo un po' in inglese, un po' in francese, un po' così, che nel 1977 ha polverizzato tutto, scrivendo una pagina leggendaria della storia della musica contemporanea.
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