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Immagine del redattoreDomenico Grillone

Chico Pinheiro si racconta: tra armonia e bellezza del Jazz e della MPB.


L’empatia è quella parola magica che, ad esempio, riesce a trasformare una formale intervista di una decina di minuti in una serata in cui, davanti ad una gustosissima pizza, si parla di tutto: dal panorama attuale della musica brasiliana al jazz contemporaneo, dalla politica (triste) di un Brasile che annaspa sempre più fino a storie personali, ricordi e propositi per il futuro.

Chico Pinheiro, il talentuoso chitarrista brasiliano il cui ultimo album (City of Dreams) candidato ai “Grammy Awards 2021” nella categoria “Best Latin Jazz Album” ha riscosso un notevole successo, si presenta così, qualche ora prima del concerto che si terrà all'Hotel Medinblu nell'ambito del Play Music Festival. Con quella faccia sempre sorridente, felice di poter dialogare nella sua lingua e soprattutto di scambiare una serie di riflessioni acute che mostrano tutto il suo bagaglio culturale che poi gli ha permesso, assieme al suo innegabile talento, di arrivare in cima alle classifiche di gradimento verso quel jazz “senza frontiere”, così come lo ha definito il famoso giornalista della Rede Globo, Mauro Ferreira, senza però tradire quella brasilidade che a tratti esce fuori prepotentemente nei suoi brani. L’intervista comincia proprio da una riflessione dello stesso giornalista brasiliano quando scrive che se il percorso sonoro del Brasile avesse mantenuto l’alto livello dell’era della MPB, Chico Pinheiro sarebbe acclamato quotidianamente come uno dei grandi chitarristi del Paese per la raffinata musicalità, peraltro evidente nei brani che compongono “City of Dreams”.

“La musica brasiliana, in un passato non molto lontano, quello dei miei genitori, è stata sempre molto apprezzata, Fino agli anni ’90 in radio sentivi sempre i classici, Gilberto Gil, Caetano Veloso e tanti altri. Oggi la situazione è cambiata un poco, ma io ho cominciato a lavorare molto presto, a registrare in studio già dall’età di 13, 14 anni. Sono stato sempre una persona timida, il palco per me rappresentava qualcosa da temere, mi faceva paura. Infatti ho cominciato ad esibirmi su un palco parecchi anno dopo. Negli studi di San Paolo incidevo parecchi jingle ma non ho certo dimenticato la passione di mia madre che ascoltava tanta musica, compreso il jazz di Wes Montgomery, Miles Davis, John Coltrane, Jim Hall. Tutti autori che, grazie a mia madre, mi hanno influenzato molto riguardo la mia crescita professionale. Ma adoro anche la musica classica, ho cominciato a suonare la chitarra interpretando proprio questo genere musicale, ho inciso anche con Placido Domingo ed in generale non ho nessun preconcetto verso qualunque tipo di musica, compreso il pop. Ad esempio, adoro Paul Simon”.


“Ma in tutto questo, comprese le tue radici musicali, alla fine dove collochi la musica brasiliana?”


“Non ho mai sposato un particolare tipo di musica, la amo tutta e mi piace suonare di tutto. Ed è proprio per questo che cerco sempre di mescolare tutto quello che mi piace, ovviamente non dimenticando la MPB”.


Divaghiamo un po’ sulle differenze tra il Nord e il Sud del Brasile con i suoi differenti dialetti e sensibilità musicali, trovandoci d’accordo sul definire il Nordeste brasiliano forse ancora più autentico rispetto alle altre regioni verde oro (lo stesso Chico tra i suoi antenati annovera di tutto, compresi gli indios), il chitarrista ricorda i suoi trascorsi italiani in tournèe. Per la cronaca, la moglie ha radici italiane, in particolare siciliane.


“Non sono venuto molte volte in Italia. La prima volta sono arrivato con il mio quintetto, circa dieci anni addietro, forse di più, in occasione del lancio del mio secondo album, se non ricordo male. Un tour di una ventina di date, compresa Roma, Firenze, Napoli, Torino. Fu una esperienza meravigliosa. Mi sento a proprio agio in Italia, ci sono molte affinità con il Brasile, d’altronde l’origine latina dice tutto. Ed il Sud dell’Italia è un’altra storia rispetto, ad esempio, alla Lombardia. Qui c’è più calore, non soltanto dal punto di vista meteorologico. Le persone sono più sorridenti e ti devo anche dire che in Italia ci sono dei musicisti fantastici come il clarinettista Gabriele Mirabassi che ha partecipato all’incisione di un mio disco. Penso che l’italiano, così come tutti i popoli latini, è profondo, melodico, a differenza del portoghese che, benché di origine latina, sembra più triste, basti pensare al fado (genere musicale portoghese, ndr). Amo Nino Rota, le sue musiche, la melodia italiana, mi sembra tutto meraviglioso, e poi la lirica che mi incanta. Senza dimenticare Stefano Bollani che ama tanto la musica brasiliana. Insomma, la musica italiana e quella brasiliana, nonostante le differenze, hanno dei punti di contatto importanti come il lirismo e la melodia. Non posso dimenticare, ad esempio, quanto mia nonna amava la musica italiana degli anni ’60 come quella di Peppino di Capri”.



“Cosa proporrai questa sera al pubblico reggino?”


Si tratta di un festival jazz e quindi mi atterrò ad alcuni standard famosi. Ma l’altra sera, alle isole Canarie, ho proposto invece un repertorio quasi tutto brasiliano, proprio perché il festival era orientato verso queste musiche. Ma stai tranquillo che suonerò anche qualcosa che ha a che vedere con Joao Donato, Tom Jobim, e poi brani di mia composizione, quelli che più mi piacciono, qualcosa di Wajne Shorter ma sempre con quelle caratteristiche musicali brasiliane. Ti ripeto, adoro mescolare tutte queste cose”


“Il tuo futuro prossimo?

“Inciderò ad ottobre un nuovo disco e sarà, rispetto all’album precedente inciso con quasi tutti musicisti brasiliani, più jazzistico e con musicisti americani di New Jork. Il prossimo invece, lo inciderò in Brasile. Sono appassionato dei testi, della poesia. E D’altronde cerco di legare bene i testi con la musica, per me è perfetto così, amo tutto questo perché è insita l’armonia e la melodia. Del jazz amo la spontaneità, la libertà, l’improvvisazione. Ed in ogni caso, ci sono tante forme differenti per connettersi con la musica, la cosa più importante è la connessione”. #Chicopinheiro #MPB #Cityofdreams #



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