Fa freddo. La sera a Milano in novembre fa freddo. Invariabilmente. Inequivocabilmente.
L’ombrello ripara dall’acqua ma non dal freddo, un freddo dell’anima, un freddo che pare infinito, inguaribile; un freddo stasera anche alimentato dalla nebbia.
E’ stato un anno duro da mandare giù, questo 1977; sono anni grigi come il piombo che li caratterizza, sono anni in cui l’aria pesante ti schiaccia il petto, rende coloni della paura i sentimenti.
E Milano, in qualche modo è l’epicentro di questo vuoto a perdere che si respira, che ti entra nei polmoni subito dopo avere inalato l’odore, ormai inconfondibile, dei lacrimogeni, dell’ultima carica della Polizia.
Il rumore dei passi di Luigi e Matteo, universitari nella sera deserta di questo mercoledi milanese, scandisce il tempo dei pensieri.
Un metronotte, le ultime luci dei negozi che si spengono; da qualche parte – lontano – arrivano le note dell’ultimo successo di quel geniaccio di Lucio Dalla
- Ascoltami, Matteo, ne farà di strada questo
- Dici? A me sembra che sia ricercatamente anticonformista
- Sbagli, è solo se stesso, senti, senti, quanta malinconia…e ascolta le parole…
“Quale allegria
Se ti ho cercato per una vita senza trovarti Senza nemmeno avere la soddisfazione di averti Per vederti andare via…”
- Si, ma di malinconia mica si può morire…
- No, infatti non si muore, la malinconia è solo un pretesto dell’anima che chiede attenzione, che invita a non fidarsi delle apparenze
- Tutta sta poesia, Luigi, ma ti sei guardato attorno…quanto schifo, quanta repressione delle libertà, compressione del futuro e, di contro, quanta violenza: fisica, verbale, emotiva. Ma anche lo stadio, che noi amiamo così tanto, hai visto che sorta di covo è diventato? E’ lo specchio del calcio, di questo calcio che, anche lui, sta diventando altro
- Eh no, diventa altro se noi vogliamo che sia così, la poesia – per Dio – è dentro di noi. Se c’è, se vogliamo che ci sia, anche nel calcio, anzi, soprattutto nel football. Che ore sono?
- Le otto e mezzo quasi
- Porca miseria, allunga il passo chè la partita comincia e io l’inno italiano a Wembley non voglio perdermelo
- Si si, però ti avevo detto che potevamo trovare un posto dove qualcuno ha già il televisore a colori; chissà nelle nostre case quando arriverà
- Ma secondo te la poesia del football ha colore? La poesia genera colore, se ci pensi è come un televisore, uno di questi Sinudyne che pubblicizzano. La differenza tra il bianco e nero e il colore la fa l’apparecchio; ecco, anche la poesia fa così. Se c’è, se la senti, genera colore, anzi colori bellissimi.
- A parte la tua poesia pensavo che gli inglesi stasera ci vorranno far pagare la sconfitta di Roma dell’anno scorso; rischiamo di essere messi sulla giostra…
- Eh, lo so, ragazzo, è il football, ma ti garantisco che stasera Facchetti, Antognoni, Bettega, saranno tutti i miei, i nostri poeti e, comunque vada, per una sera soltanto magari, tutto sto grigio che ci opprime ogni giorno scomparirà. Anche alla faccia della trasmissione in bianco e nero
- Ma alla fine Bearzot chi fa giocare? Sai niente?
- Ho sentito al telegiornale che dovremmo cominciare con Zoff, Tardelli, Gentile; Benetti, Mozzini, Facchetti; Causio, Zaccarelli, Graziani, Antognoni, Bettega
- E Keegan chi lo prenderà? Gentile?
- Credo di si, ma allunga il passo, siamo quasi arrivati. Ho detto a mia mamma di prepararci le pizze, ultima volta portò bene, ricordi?
- Pure questa è poesia?
- Principalmente questa…zitto…zitto…ascolta sto passaggio…
"Con allegria Far finta che in fondo in tutto il mondo C'è gente con gli stessi tuoi problemi Per poi fondare un circolo serale Per pazzi sprasolati e un poco scemi..."
Fa freddo a Milano, la sera in Novembre, e piove anche.
E’ tardi, lo zerbino viene praticamente scavalcato, inzaccherare l’ingresso è il pegno da pagare per avere i ragazzi in casa stasera, ma è un prezzo che mamma paga volentieri.
Impermeabili lanciati sul divano all’entrata, bacio a mamma; lei ricambia e abbraccia Matteo al quale vuole bene come fosse un figlio
- Ciao papà, è già cominciata?
- Ma no, testùn, fai in fretta, si stanno collegando
Va ora in onda, in diretta dallo stadio di Wembley, Londra, la telecronaca diretta dell’incontro di calcio Inghilterra-Italia, valevole per le qualificazioni ai Campionati del Mondo del 1978
Telecronista Nando Martellini
"Telespettatori italiani, buonasera, piove a fa freddo a Wembley, ma ascoltiamo l’inno di Mameli…"
- Alzatevi in piedi, testùn…
Comments