Musica ed emozioni, storie, sono sempre stati gli elementi base di “Cores do Brasil”, la prima parte della quinta puntata vuole cogliere invece, proprio attraverso gli stessi elementi, tutte le contraddizioni di un paese spesso conosciuto in maniera superficiale, attraverso i soliti stereotipi (spiagge, calcio, clima, samba, belle donne ecc..,).
Ed invece, dietro una patina di apparente normalità, i numeri impietosi dei vari rapporti internazionali, studi economici e sociali tra cui quello dello stesso Forum di Pubblica Sicurezza brasiliano condotto assieme all’Università di San Paolo (USP) indicano un paese con uno squilibrio, un tasso di disuguaglianza sociale da far paura. Un sistema socio-economico fragile che in questi ultimi anni ha avuto la botta finale con lo smantellamento del sistema sanitario pubblico, del Welfare, dei diritti, oltre ad un tasso di violenza insostenibile (una persona uccisa ogni 10 minuti), il fenomeno sempre più inquietante delle favelas ed una politica ambientale, vedi disastro dell’Amazonia, totalmente insensibile alle grida di allarme rivolte da decenni dagli scienziati di tutto il mondo.
E Cores Do Brasil nella prima parte del programma, cerca di mettere a nudo attraverso la musica e i testi di alcuni tra i grandissimi interpreti della MPB, ma anche di rapper verde-oro affermati e bande di reggae tra le più famose in tutta l’America Latina, tutte le incongruenze di un sistema sociopolitico-ambientale che rischia il collasso, nonostante il Brasile per le sue enormi ricchezze viene considerato tuttora la prima potenza economica del Sudamerica.
Le favelas, baraccopoli dove la gente vive tra un degrado diffuso, mancanza di igiene, violenza, senza un minimo di servizi essenziali, compresa acqua potabile e fogne, è il tema trattato da Leandro Sapucahy, cantante e percussionista, e Marcelo D2. A seguire le magiche atmosfere di “Astronauta”, brano del rapper, scrittore e agitatore sociale molto conosciuto in patria, Gabriel o Pensador, autore di testi ora taglienti ora delicati e sognanti ma sempre con un occhio attento alle problematiche sociali, fino ad arrivare alla rabbia con il brano “Ate quando” (fino a quando), in cui denuncia gli abusi della polizia all’interno delle favelas e la consapevolezza di ribellarsi ad una serie di evidenti storture che alimentano solo le ingiustizie e la povertà.
Il finale della prima parte è rivolto alla speranza con il coro della Scuola di musica di una delle più grandi favelas del Sudamerica, la “Rocinha” di Rio de Janeiro, che accompagna il grande Luis Melodia, scomparso tre anni fa, considerato uno dei più importanti musicisti brasiliani.
La seconda parte di Cores do Brasil è dedicata come sempre alle tante pietre preziose, gemme musicali che prendono anima dalla voce di Luciana Souza e Oscar Castro Neves, e poi il trio Melim, lo splendido brano di Caco Mendes (eterna paixao) e tante altre chicche musicali.
Il programma è stato registrato negli studi di Radio Touring e l’eccellente post produzione è a firma del direttore della stessa emittente, Pasquale Zumbo, la copertina del podcast è del Maestro Nino Attinà.
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